“Guido Piovene ha compiuto per conto della R.A.I. nella nostra penisola un viaggio di ricognizione di una completezza che non ha precedenti, e ci ha dato un inventario, com’egli lo chiama, delle cose italiane che scoraggerà per molti anni chi vorrà ritentare l’impresa”. È con queste parole che il poeta Eugenio Montale descrive una tra le opere più note del nostro secolo, “Viaggio in Italia” di Guido Piovene.
Piovene, nato a Vicenza nel 1903, fu autore di romanzi (nel 1970 vinse il Premio Strega) e viaggiatore attento alle passioni e ai vizi umani. Visse un’esistenza ricca e appassionata, anche quando, colpito da un rarissimo e inguaribile virus con effetti progressivi, simili a quelli della poliomielite, continuò a lavorare combattendolo strenuamente.
“Viaggio in Italia”, del 1957, raccoglie i reportage realizzati tra il 1953 e il 1956 in un racconto costruito con lentezza e curiosità come nel Gran Tour dell’Ottocento: già nel diario di viaggio negli Stati Uniti (dato alle stampe proprio prima di iniziare il viaggio in Italia), Piovene affermava che “la conoscenza di un paese è come la visione in un cannocchiale, che si aggiusta guardando, finché la si mette a fuoco”. Allo stesso modo egli percorre anche l’Italia, senza fretta, metabolizzando i luoghi e annotando il Paese nella piena trasformazione post bellica, in modo “scrupoloso come un censimento, fedele come una fotografia e circostanziato come un atto d’accusa”, con analisi acute che oggi potremmo definire profetiche.
I reportage diedero vita a numerose trasmissioni R.A.I., andate in onda sul Programma Nazionale (la prima rete radiofonica italiana) con enorme successo, tanto che Montanelli dichiarò che meritassero di diventare obbligatori nelle scuole. Se così non fu, certamente avvenne che, agli albori della comunicazione turistica, le aziende di soggiorno di tutta Italia attinsero ampiamente alle descrizioni puntuali, poetiche ma obiettive, che Piovene aveva fatto della destinazione italiana. Nella versione data alle stampe, l’autore riuscì ad annotare le considerazioni personali che i tempi della radio non rendevano possibili, valorizzando, in particolare, gli aspetti descrittivi del carattere degli abitanti.
“Viaggio in Italia” divenne così, sia nella versione radiofonica che in quella letteraria, un documento antropologico e giornalistico mai retorico, capace di stimolare il lettore/ascoltatore del tempo, determinando interazioni e dibattiti. Al programma radiofonico di Piovene (un Alberto Angela del suo tempo) lavorò una squadra di talento, capace di innovare definendo gli standard dei documentari per la tv: le interviste e i contributi furono realizzati da giovani radiocronisti destinati a fare la storia della Rai, come Sergio Zavoli.
La corposa opera, tratta l’Abruzzo considerandone gli elementi naturali e storici, il carattere e le usanze della popolazione, le condizioni economiche. L’autore visita Teramo, tratta la scoperta del petrolio nella zona di Alanno, l’attività della pesca e la tradizione culturale a Vasto, visita Chieti e osserva Pescara, meta privilegiata di emigrazione interna, nella sua piena esplosione urbanistica. L’itinerario percorre senza un ordine definito la regione, dai borghi della Majella (Roccaraso e Rivisondoli, Pescocostanzo, Pacentro), alla bella Sulmona col suo Palazzo della SS. Annunziata, Scanno, Pescasseroli e il Parco Nazionale d’Abruzzo e, infine, il Fucino, L’Aquila e l’Abruzzo aquilano. Con una lingua semplice ma raffinata e curatissima, descrive dettagliatamente i luoghi soffermandosi sulla diversità umana, che indagò attraverso interviste colloquiali con vari personaggi dell’epoca, come Pomilio o Beniamino Toro per il suo famoso Centerbe. L’aspetto forse più interessante delle tappe in Abruzzo è proprio la descrizione del carattere degli abruzzesi, come si stava delineando in quegli anni: il lettore locale o oriundo troverà le analisi di Piovene di un’attualità sorprendente.
Vi proponiamo qui la trascrizione della trasmissione dedicata a Sulmona, dove, tra una personale osservazione della vita e del carattere locale (per certi versi davvero attuale) ci offre una descrizione di quelle manifestazioni religiose della Pasqua, che nell’emergenza sanitaria del 2020, per la prima volta nella tradizione, non si sono tenute.
Per chi volesse, qui il link alla trasmissione radiofonica (durata 33 minuti).
L’intera opera è disponibile sulle principali piattaforme di commercio elettronico a meno di 10 euro.